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Saturazione nel mix: la ciliegina sulla torta.

La saturazione è uno di quegli strumenti che, se usati bene, ti cambiano il mix. È potentissima e versatile, e il modo in cui influenza il suono di una canzone è davvero significativo. Capire come funziona e usarla a dovere può fare la differenza tra un mix che suona amatoriale e uno che invece è davvero professionale.

In parole semplici, la saturazione è una forma di distorsione armonica non lineare che aggiunge delle armoniche al segnale audio originale. A differenza di una distorsione più aggressiva, tipo il fuzz o un overdrive spinto, la saturazione viene usata in modo più delicato. L’obiettivo è aggiungere calore, corpo, ricchezza al suono e un senso di “presenza” senza che sembri eccessivamente distorto.

La saturazione è fondamentale per diversi motivi nel processo di mixaggio.

Prima di tutto, ti aiuta ad aggiungere calore e carattere. Sai, le registrazioni fatte in digitale a volte possono suonare un po’ “pulite” o “fredde”. La saturazione, invece, imita quelle caratteristiche sonore delle vecchie apparecchiature analogiche, come i preamplificatori a valvole, i trasformatori o i registratori a nastro. Quelle macchine tendevano ad aggiungere armoniche piacevoli e davano un senso di calore e “rotondità” al suono. Questo può rendere gli elementi del mix più coinvolgenti e meno “sterili”.

Poi, la saturazione può aumentare la percezione del volume senza alzare troppo il livello effettivo. Aggiungendo armoniche, riesce a ingannare l’orecchio, facendogli percepire un suono come più forte e presente, anche se il suo volume medio (quello che si misura in RMS) non è aumentato di tanto. Questo è un trucco fondamentale per ottenere un mix che suoni “forte” e incisivo senza andare in clipping, cioè senza creare quella brutta distorsione digitale.

Può anche migliorare la presenza e la definizione. La saturazione ti aiuta a far emergere certi elementi nel mix, soprattutto nelle medie e alte frequenze. Aggiungendo armoniche, puoi rendere le voci più chiare e presenti, le chitarre più “grintose” e la batteria più incisiva, senza dover esagerare con l’equalizzazione, che a volte può suonare artificiale.

E poi c’è l’effetto di “incollare” il mix. Usata con una mano leggera sul bus master (quel canale dove finiscono tutte le tracce), la saturazione può dare una coesione incredibile all’intero mix. Fa sembrare che tutti gli elementi lavorino meglio insieme, quasi si fondessero. Questo effetto è spesso associato a come le apparecchiature analogiche tendevano a “legare” i suoni tra loro.

Infine, se decidi di spingerla un po’ di più, la saturazione può diventare uno strumento per creare distorsioni creative su singoli strumenti, come la batteria, il basso o i synth. Ti permette di aggiungere aggressività e un carattere unico.

La saturazione la puoi applicare un po’ ovunque, su diverse sorgenti sonore e sui bus del mix.

Sui singoli strumenti, è fantastica per la batteria: puoi dare più “punch” e corpo al rullante e alla cassa, o rendere i piatti più brillanti e “sizzly”. Sul basso, aiuta ad aggiungere armoniche che lo fanno “bucare” il mix e lo rendono più definito, soprattutto sui sistemi di riproduzione meno performanti. Sulle chitarre, aggiunge calore, sustain e quella distorsione armonica che le rende più aggressive o semplicemente più “piene”. Sulle voci, può aggiungere presenza, chiarezza e quel tocco di “calore analogico” che tanto piace. E sui synth e tastiere, serve a dare più ricchezza armonica e carattere.

Non solo sui singoli: puoi applicare una leggera saturazione anche sui bus di gruppo, magari sul gruppo della batteria, delle chitarre o delle voci, per aiutare a “incollare” questi insiemi di strumenti.

E, con estrema cautela, la puoi usare anche sul bus master. Una saturazione sottile qui può aggiungere coesione, aumentare la percezione del volume e dare un tocco “analogico” finale al tuo mix. L’importante è essere delicati, per non introdurre distorsioni indesiderate o rovinare il bilanciamento.

Esistono diversi tipi di saturazione, e ognuno ha un suo “sapore”.

La saturazione valvolare tende ad aggiungere armoniche pari (soprattutto la seconda), creando un suono caldo, rotondo e ricco. A volte può anche comprimere leggermente il segnale, ma in modo musicale.

La saturazione a nastro simula la compressione e la distorsione che si verificano quando registri su un nastro magnetico. Aggiunge un suono coeso, una leggera compressione, un taglio dolce delle alte frequenze e sia armoniche dispari che pari.

La saturazione a trasformatore è quella che si ottiene spingendo i trasformatori audio: aggiunge una distorsione armonica sottile che può dare “peso”, “corpo” e una leggera colorazione alla risposta in frequenza.

Infine, la saturazione a transistor può produrre armoniche dispari più evidenti, risultando in un suono più “spigoloso” e aggressivo rispetto alla saturazione valvolare.

Nel mondo digitale, ci sono un’infinità di plugin che emulano questi diversi tipi di saturazione. Alcuni sono specifici per un tipo (tipo le emulazioni di vecchi registratori a nastro), altri ti danno più flessibilità con diversi modelli e controlli.

La saturazione è davvero uno strumento essenziale nel mixaggio moderno. Se la usi con la testa, può aggiungere calore, carattere, presenza, definizione e coesione al tuo mix, trasformando una registrazione piatta e sterile in un brano che ti coinvolge e che suona dinamico. La chiave è sperimentare con i diversi tipi e le diverse quantità di saturazione su varie sorgenti sonore. Solo così svilupperai l’orecchio critico per sfruttare al meglio questo potente strumento creativo.

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