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Auto-Tune: lo strumento più discusso di sempre!

Auto-Tune, e’ uno strumento creato da Antares Audio Technologies nel lontano 1997, è diventata una vera e propria rivoluzione nel mondo della musica. La sua funzione principale è semplice: sistemare l’intonazione delle voci. Analizza il segnale audio in ingresso, capisce dove l’intonazione non è perfetta e la modifica per farla rientrare nella scala musicale che hai scelto. Nel corso degli anni, Auto-Tune è diventato sia uno standard nell’industria, sia uno strumento creativo che ha lasciato un segno pazzesco nella musica pop, hip-hop, R&B e in un sacco di altri generi.

Come funziona e cosa ci puoi fare:

In pratica, ci sono due parametri fondamentali che controllano l’effetto di Auto-Tune. La velocità di ritocco (Retune speed) decide quanto velocemente l’intonazione viene corretta. Se la imposti lenta, la correzione sarà più graduale e naturale. Se la spingi al massimo, otterrai quell’effetto “a scatti” o robotico che ormai tutti conosciamo. Poi c’è la quantità (Amount) o tolleranza (Tolerance), che ti dice quanto l’intonazione deve essere fuori posto prima che Auto-Tune intervenga.

Giocando con questi parametri, puoi ottenere risultati molto diversi.

La correzione naturale, o trasparente, si ha quando Auto-Tune viene usato con impostazioni delicate (velocità di ritocco più lenta e tolleranza maggiore). L’obiettivo è migliorare leggermente l’intonazione di una performance vocale senza rovinarne il timbro o renderla artificiale. È come mettere a punto una leggera imperfezione, senza che nessuno si accorga.

Poi c’è l’effetto stilistico, quello che molti chiamano “Effetto Cher” o “Effetto T-Pain”. Questo si ottiene con impostazioni più estreme: velocità di ritocco rapidissima e tolleranza minima. Il risultato è quel suono robotico, quasi metallico, e “a scatti” che è diventato un elemento distintivo di tantissimi generi musicali contemporanei, soprattutto nella trap, nel pop e nell’R&B. Artisti come Cher (“Believe” nel 1998 è stato uno dei primi esempi evidenti), T-Pain e molti altri lo hanno reso popolare usandolo proprio come scelta artistica, non come correzione.

Ma non è finita qui. Auto-Tune può essere usato anche per rendere omogenee le performance, ad esempio per uniformare l’intonazione di voci registrate in momenti diversi o di cantanti diversi in un coro. C’è chi lo usa anche come supporto live, per dare maggiore precisione vocale durante i concerti. E poi ci sono gli effetti creativi, dove si va oltre la semplice correzione o l’effetto robotico, usandolo in modi sperimentali per creare suoni vocali distorti o alterati.

Le critiche e la realtà dello strumento

Al giorno d’oggi, l’uso di Auto-Tune è spesso oggetto di parecchie critiche. Molta gente pensa che serva solo a mascherare l’incapacità dei cantanti, e che il suo utilizzo ormai così esteso privi di umanità le performance musicali, rendendo il cantato di molti artisti sempre più simile e omologato.

In realtà, lo strumento è stato pensato e concepito unicamente per “appianare” quelle piccole imperfezioni della voce che escono leggermente dalla scala tonale del brano. L’idea era quella di migliorare le registrazioni in studio, renderle più fluide e perfette. Non certo per storpiare la voce, né tantomeno per fingere capacità o talento che un cantante non ha. Diciamo che il problema non è lo strumento in sé, ma come a volte viene usato o abusato.

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