Prezzi dei concerti: molte lamentele dai fan!
Appassionati di musica live, c’è questa storia dei prezzi dei biglietti che sta diventando un vero e proprio tormentone, soprattutto negli ultimi anni. I fan, ma anche parecchi musicisti, si fanno sentire sempre più spesso perché andare a un concerto è diventato un lusso per pochi, con questi costi che volano sempre più in alto.
Ma perché cavolo costano così tanto i biglietti? Ci sono diverse ragioni che si sommano:
Innanzitutto, se un artista è super richiesto, è normale che ci siano più persone che vogliono andare al concerto di quanti siano i posti disponibili. E come sappiamo, quando la domanda è alta e l’offerta è bassa, i prezzi tendono a salire. È la vecchia legge del mercato.
Poi c’è questa roba del dynamic pricing, una strategia di vendita che sta prendendo sempre più piede. Praticamente, il prezzo dei biglietti cambia in tempo reale a seconda di quanta gente li vuole comprare. Se la richiesta è alle stelle, i prezzi si impennano; se invece non c’è molta gente interessata, i prezzi scendono. Molti fan vedono questa cosa come una bella fregatura, una speculazione bella e buona.
E non dimentichiamoci del mercato secondario, quello del bagarinaggio online. Ci sono piattaforme dove la gente rivende i biglietti che ha comprato, spesso a prezzi gonfiati all’inverosimile, sfruttando proprio quella storia della domanda e dell’offerta. Così, un sacco di biglietti finiscono subito su questi siti e diventano proibitivi per tanti fan.
Poi ci metti le commissioni di servizio delle società di ticketing, che spesso sono belle salate e fanno lievitare ancora di più il prezzo finale del biglietto.
E organizzare un concerto grosso costa un occhio della testa: l’allestimento del palco, gli effetti speciali, la sicurezza, il personale… senza contare i balletti, l’affitto del locale, la luce, le pratiche burocratiche. Tutte queste spese, alla fine, si scaricano sul prezzo dei biglietti.
C’è anche da dire che, con lo streaming che va fortissimo, gli artisti e le case discografiche guadagnano meno dalla vendita di dischi. Quindi, i concerti sono diventati una delle loro principali fonti di guadagno, e questo a volte porta a prezzi dei biglietti più alti per compensare.
Infine, l’offerta di pacchetti VIP e di posti speciali a prezzi maggiorati fa alzare la media del costo dei biglietti, creando un’esperienza “di lusso” per chi se la può permettere.
E la gente come la prende? Beh, ovviamente non tutti sono contenti:
Tanti fan, soprattutto i più giovani che magari non hanno un portafoglio gonfio, si sentono tagliati fuori dalla possibilità di vedere i loro artisti preferiti.
C’è una sensazione sempre più forte che l’industria musicale stia sfruttando la passione dei fan solo per fare più soldi.
Alcuni chiedono che il governo metta un freno a questa situazione, soprattutto per quanto riguarda il bagarinaggio online e il dynamic pricing che considerano esagerato.
Per fortuna, ci sono anche artisti, come Robert Smith dei Cure o Neil Young, che si sono schierati pubblicamente contro il dynamic pricing, definendolo una “truffa” e cercando di mantenere i prezzi dei loro concerti accessibili ai fan.
E tutto questo cosa porta?
Un mercato secondario che prospera, con biglietti rivenduti a cifre folli.
Un possibile calo della gente che va ai concerti, se i prezzi continuano a salire troppo.
E i fan che magari si rivolgono a eventi musicali più piccoli e abbordabili o cercano altri modi per vivere la musica.
In conclusione, la storia dei prezzi dei biglietti dei concerti è un bel casino, con tante cause che si intrecciano. C’è questa tensione tra il desiderio di chi organizza di guadagnare il più possibile e la voglia dei fan di godersi la musica dal vivo senza dover vendere un rene. È un argomento che farà ancora discutere parecchio nel mondo della musica.
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