Messenger:nuovo arrivo in casa Moog!
Il nuovo Moog Messenger è una novità caldissima! Appena annunciato (l’8 maggio, in concomitanza con il Superbooth 2025), ed è già sulla bocca di tutti!
Allora, che cos’è questo “Messenger”? È un nuovo sintetizzatore analogico monofonico che Moog ha tirato fuori dal cilindro, e sembra che voglia colpire nel segno, sia per chi è affezionato al classico suono Moog, sia per chi cerca qualcosa di più moderno e compatto.
Immagina un synth piccolo ma con un’anima enorme: ha 32 tasti semi-pesati di dimensione normale, con tanto di velocity e aftertouch, quindi la risposta sotto le dita è ottima, sia per suonare che per modellare il suono in tempo reale, e non c’è bisogno di tuffarsi nei menu digitali: Moog l’ha progettato con una filosofia “una manopola, una funzione”, per un controllo super diretto e intuitivo, il che lo rende perfetto sia per il palco che per lo studio.
Il cuore sonoro è quello che ti aspetti da Moog, ma con delle belle novità.
Troviamo infatti due oscillatori analogici con la possibilità di fare “wavefolding” (che è una figata per creare timbri complessi e ricchi di armoniche), la sincronizzazione (hard sync) e la modulazione FM.
Poi c’è un sub-oscillatore con forme d’onda variabili che ti dà quel peso extra, fondamentale per i bassi profondi, marchio di fabbrica Moog. E un generatore di rumore analogico per arricchire il suono.
Ma la vera chicca, pare sia il filtro a scala (Ladder Filter), l’icona del suono Moog, che qui è stato rivisitato!
Ora non solo ha le classiche risposte passa-basso a 4 e 2 poli, ma anche un’opzione passa-banda e passa-alto.
La cosa interessante è che ha una nuova funzione che permette di preservare i bassi anche quando alzi la risonanza, cosa che di solito non accade nei filtri tradizionali, insomma, un filtro leggendario con una marcia in più.
Per dare movimento al suono, ci sono due inviluppi ADSR che possono anche andare in loop, e due LFO con forme d’onda variabili. Le opzioni di modulazione sono ampie e molto flessibili.
Per i compositori, c’è un sequencer a 64 step che puoi salvare per ogni preset, e anche delle funzioni “probabilistiche” per creare variazioni inaspettate. L’arpeggiatore è intuitivo e offre diversi pattern.
La connettività è completa: ha sei punti di controllo voltage (CV) analogici, per integrarsi alla grande con sistemi modulari Eurorack, un ingresso audio esterno per mandare segnali al filtro, ingressi per pedali sustain ed espressione, e MIDI sia DIN a 5 pin che USB-C. Insomma, si collega a tutto.
Il Moog Messenger sembra davvero voler offrire quel suono Moog inconfondibile, ma in un formato più agile e accessibile, con un prezzo che si aggira intorno agli 899 dollari. È una risposta interessante anche al mercato dei “cloni” che cercano di replicare il suono Moog, e lo fa con l’ingegneria e l’innovazione che solo Moog sa mettere in campo. Sembra proprio una macchina pensata per ispirare sia i musicisti che i sound designer. Sono curioso di sentirlo all’opera!

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